giovedì 27 novembre 2008

ANALISI DI UNA SPETTATRICE

Fiction anziché reality. Storie orizzontali, verticali, autoconclusive o a puntate. In forma di miniserie o di lunghe, lunghe stagioni… così c’era scritto su una vecchia rivista, così viene descritto il “series”, questo è il nostro telefilm… e vi prego non confondetelo con la fiction made in italy perché mi suona quasi come un insulto.
Diciamo di avere un film… lo dividiamo in 5 stagioni, ognuna composta da 12 o 24 puntate più o meno, ognuna avente una durata di 40-50 minuti. Facciamo che a settembre o gennaio (fate voi) iniziamo a mandare in onda una puntata a settimana; nel bel mezzo della stagione interrompiamo il tutto per uno, due o tre mesi massimo e poi diamo il resto; alla fine della stagione cosa abbiamo? Un finale di film soddisfacente se sei fortunato, ma se lo sei ancora di più ti ritrovi un cliffhanger (interruzione nel momento culminante), circa dieci milioni di domande e più di tre mesi in assoluta assenza di risposte, non è meglio questo ultimo scenario? Direi proprio di sì, perché significa che dopo quella lunga attesa il tuo giro di giostra ricomincerà di nuovo e troverai le dieci milioni di risposte con un’aggiunta di circa altre 15 milioni di domande (è matematico ormai che sia una crescita esponenziale più che proporzionale). Questo è il medio esempio che userei per farti capire cosa significa mettersi a guardare una serie televisiva… La realtà è ben diversa anche se ruota tutta intorno al sopra citato esempio: la regina assoluta e incontrastata del series è la somma America (chi altri sennò?!), un governo fatto di registi, sceneggiatori e attori e un popolo sovrano chiamato “spettatore”… ebbene siamo in democrazia signori… qua servono soldi, idee e una qualche milionata di pollici verso l’alto, chi se lo può permettere sopravvive, chi non può leva le tende e lascia spazio a nuovi concorrenti; ancora una volta: qui siamo in un mercato di concorrenza signori…
Un uomo medio americano a cui piacciano i telefilm vede passare sul suo schermo televisivo dal lunedì alla domenica circa una cinquantina di TF (e sto parlando dei più famosi, quindi 50 è un minimo), attenzione qua nessuno sta parlando di replica, qua è sempre un “All New”. Cosa guarderà, cosa non guarderà? è un tipo da grande plot tutto collegato tra di se che ad ogni puntata non conclude mai un cavolo e sai già che forse (e dico forse) la risoluzione del grande disegno la potrai ammirare solo negli ultimi 2 episodi dell’ultima stagione? o magari è un tipo da puntata con caso autoconclusivo (tranquillo che in quei 40 minuti riuscirai a capire perché è successo quel che è successo a inizio puntata) ma con plot sempre incasinato fino all’ultimo? Magari a lui piace il frivolo e il leggero, magari a lui piace il fantascientifico e il soprannaturale, magari a lui piace il drama e l’ospedaliero, o forse a lui piace il polizesco-investigativo… sì credo proprio che ultimamente a lui piaccia questo… Analisi degli ultimi ascolti americani: prendiamo le reti televisive più importanti (NBC; CBS; ABC; FOX; CW): pare che dove ci sia un omicidio ci sia una squadra investigativa, e dove c’è una squadra investigativa c’è un squadrone di telespettatori che talmente sono sull’attenti e a occhi sgranati durante lo show che può emergere il dubbio che gli assassini siano proprio loro. Questa è la storia di CSI (che in francese chiameremo con molta discrezione e una buona dose di coraggio “Les éxpertes”, oh my god nemmeno noi siamo arrivati a livelli simili, va puntualizzato); l’ultima rilevazione lo mette ai più alti vertici della settimana: 11milioni per il NY, quasi 14milioni per il Miami e udite udite 19milioni per il classico, sono cifre pesanti; poi abbiamo NCIS con un 18milioni che fa spavento a Orazio e compagni, un Cold Case (spopolante anche in Italia,) da 12milioni, Numb3ers e Bones che di media i loro 10milioni se li tengono tutti… che fa tutta questa gente? Risolve casi, il senso di giustizia evidentemente è molto forte nel paese d’oltreoceano. Chi riesce a stare dietro a questi fenomeni? Ora come ora sembrerebbe solo dottori e casalinghe, ebbene sì perché il dottor House da solo se ne porta 13 a casa, il team del Grey’s Anatomy 15, le nostre amiche di Wisteria Lane addirittura 16, e un inchino riservato a ER che nonostante le 12 stagioni (12 anni non sono certo pochi) riesce comunque a cavarsela sulla soglia dei 10milioni (mi chiedo se l’effetto George Clooney sia ancora così devastante da subirne tutt’oggi le conseguenze). Mettiamo nella nicchia anche le super novità, che spopolano durante la prima serie per poi calare andando avanti, la conclusione è che siamo di fronte a un popolo esigente, che si annoia in fretta e se si annoia torna al classico.
Così vagano migliaia di prodotti made in USA tra le TV mondiali passando davanti agli occhi di milioni di persone che facendo uso del loro scettro (comunemente chiamato telecomando) esercitano il loro potere ignari delle conseguenze… è una legge spietata.

"Parlando da italiana (potere decisionale uguale a meno 100) io posso solo osservare questa lotta per la sopravvivenza, i quali esiti a volte mi rallegrano altre volte mi fanno bestemmiare in 16 lingue che neanche io so di conoscere…"
PROSSIMAMENTE IN "ANALISI DI UNA FAN".

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